

Si parla sempre più di sostanza organica e di come i terreni coltivati ne debbano essere ricchi. La sostanza organica è infatti di vitale importanza per la vita delle piante e per le loro performance sia estetiche che produttive.
I ruoli e le influenze della sostanza organica del suolo sono molteplici e differenziati:
- Nutrizione: la sostanza organica gioca un ruolo essenziale nella nutrizione vegetale grazie all’assorbimento dei nutrienti della soluzione circolante a seguito dei processi di mineralizzazione condotti dai microrganismi del terreno. Le diverse tempistiche di mineralizzazione permettono di mettere a disposizione delle piante gli elementi nutritivi in un lungo lasso di tempo preservandoli dalla lisciviazione (in particolare l’azoto).
- Stimolo dell’accrescimento radicale: prerogativa di alcuni composti organici intermedi della mineralizzazione (aminoacidi, nucleotidi, vitamine, antibiotici, auxine), nonché di acidi umici e fulvici e di alcune molecole chelanti (siderofori) emessi dalle radici stesse.
- Esaltazione della fertilità biologica del suolo: grazie all’opera infaticabile dei microrganismi del terreno si stimola il ciclo dei nutrienti e i meccanismi naturali di resistenza delle piante agli stress biotici (effetti competitivi per spazio e risorse nei confronti di microrganismi patogeni) ed abiotici. In alcuni casi, grazie ai microrganismi della sostanza organica, si registra anche un’azione positiva di degradazione di molecole di sintesi, quali fitofarmaci, e di fissazione dei metalli pesanti accumulatesi nei suoli.
- Aumento della capacità di scambio cationica (CSC) del terreno: grazie alla formazione di complessi argillo-umici vengono salvaguardate le perdite per lisciviazione degli elementi nutrienti e favorita la loro liberazione nella soluzione circolante nel momento in cui le piante ne hanno bisogno.
I complessi argillo-umici sono di estrema importanza in substrati fortemente sabbiosi, sterili ed inerti; in un green golfistico su sabbia, con l’apporto di sostanza organica di qualità, la CSC può accrescere fino a sei volte nel giro di 5 anni. - Miglioramento della struttura fisica del terreno: la sostanza organica ha capacità di fare da ponte, e quindi legame, con le particelle del suolo permettendo la formazione di aggregati stabili con conseguente aumento della permeabilità e della struttura. Una corretta permeabilità del suolo facilita l’allontanamento dell’acqua in eccesso, garantisce un migliore equilibrio nel rapporto acqua/aria a livello radicale dei terreni argillosi e nella capacità di trattenimento dell’acqua e dei nutrienti in quelli sabbiosi.
Viene dato ormai per scontato, data la vastità di materiale scientifico a riguardo, che il bilancio positivo dal punto di vista chimico, fisico e biologico del terreno dipenda largamente dal suo contenuto in sostanza organica. La sostanza organica è sempre una percentuale minoritaria del suolo, in Italia si ritiene solitamente un terreno coltivato ne contiene l’1-2%. Avendo terreni tendenzialmente argillosi sarebbe necessario avere valori nettamente maggiori per un’ottimale coltivazione, l’integrazione è quindi fondamentale.
Bisogna però fare attenzione agli apporti in quanto non tutta la sostanza organica ha il medesimo valore agronomico.
Soprattutto quando si parla di fertilizzanti organici è indispensabile valutare con particolare attenzione tipologia delle materie prime di partenza e il processo di produzione.
La sostanza organica di origine animale come farina di piume, farina di corna, farina di ossa, farina di pesce, guano e pollina ha utilità solamente come liberazione degli elementi minerali ivi contenuti ovvero un (blando) effetto nutriente sulla pianta e nessun potenziale humus per il suolo.
Per ottenere dalla somministrazione di sostanza organica l’insieme dei ruoli prima evidenziati, la cosiddetta “Azione Suolo”, è necessario che il materiale di partenza sia di origine vegetale e ben selezionato.





