Calendario Verde di Giugno – consigli per i giardini d’estate

Ecco il calendario verde di Giugno sviluppato dai nostri agronomi del settore tappeto erboso e giardinaggio.

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Con l’arrivo del mese di giugno, le temperature si alzano e restano costantemente sopra i 20 gradi, anche di notte. Le giornate si allungano e l’umidità dell’aria aumenta, mentre le precipitazioni diminuiscono.

Questo periodo rappresenta una sfida per il tappeto erboso e i giardini, in quanto le alte temperature e la mancanza di acqua possono causare uno stress significativo. Con i nostri accorgimenti e l’uso corretto dei prodotti, è possibile preparare il tappeto erboso e le piante ad affrontare al meglio le sfide dell’estate.

Calendario verde di Maggio 2023: consigli per un prato verde e sano

Gestione delle Macroterme in autunno: consigli per professionisti del verde

Nel periodo autunnale, la gestione delle macroterme e del tappeto erboso in generale, richiede particolare attenzione. A differenza di quanto si possa pensare, la riduzione dell’attività vegetativa non diminuisce il lavoro necessario per mantenerle in salute.

Nel caso delle specie macroterme il tappeto erboso deve essere accompagnato, nelle migliori condizioni di salute possibili, verso la inevitabile fase di dormienza invernale.

Questo fenomeno, caratterizzato da una evidente decolorazione dei tessuti fogliari, è un meccanismo di difesa che queste specie adottano per proteggersi dai rigori invernali. Intorno ai 10° C le specie macroterme come Cynodon e Paspalum arrestano il metabolismo e la propria crescita vegetativa.
Temperature al di sotto dello zero per periodi prolungati possono causare danni gravi e persino la morte delle macroterme, quindi in zone con climi rigidi, è consigliabile optare per specie microterme.

Green BBQ – il field day di Unmaco

Abbiamo organizzato un vero e proprio Field Day per offrire ai professionisti del verde l’opportunità di vedere in campo le performance di diverse varietà da tappeto erboso di ultima generazione.

Un evento gratuito esclusivo per tecnici e professionisti del verde in cui vedere da vicino e poter confrontare le nuove varietà americane da tappeto erboso cresciute in un’area climatica difficile come la pianura Padana.

Prima della visita alle parcelle ci sarà un momento di presentazione tecnica sulle varietà messe alla prova e la loro gestione sostenibile in campo.

Per stimolare il confronto tra colleghi e tecnici, la giornata sarà condita da diversi momenti conviviali, incluso il pranzo con un vero BBQ all’americana e birra fresca.

Green BBQ Field day Unmaco annuncio

📅 1 LUGLIO
In tre fasce orarie d’arrivo:
9.00 – GRUPPO 1
12.00 – GRUPPO 2
15.00 – GRUPPO 3

📍 Azienda ag. Crema Green
Via F. Pesadori, 4  Ricengo (CR)

🚩 COME?
Iscrizione obbligatoria entro il 30 giugno alle 12.00 cliccando qui

Come riconoscere le specie da tappeto erboso

Tutte le specie da tappeto erboso, selezionate nel tempo per la capacità di creare manti densi e compatti, tolleranti a tagli ripetuti e ad intenso calpestio appartengono alle Gramineae (sinonimo di Poaceae e Graminaceae), famiglia di piante angiosperme monocotiledoni appartenente all’ordine Cyperales.

 

LA FAMIGLIA DELLE GRAMINACEE

Le graminacee si differenziarono circa 70 milioni di anni fa e si diffusero circa 40 milioni di anni fa a seguito della comparsa sulla terra degli animali da pascolo: bovini, ovini, caprini. Fu il pascolo di questi animali che comportò un adattamento evolutivo delle graminacee, caratterizzato da corti internodi basali e capacità di propagazione vegetativa attraverso i culmi di accestimento, i rizomi e gli stoloni.
La famiglia delle Poaceae o Graminaceae è una delle più importanti dell’intero Regno vegetale e conta circa 600 generi ed oltre 7500 specie, di cui circa 25 hanno importanza per i tappeti erbosi.

Le principali sottofamiglie maggiormente impiegate nel mondo sono le seguenti:

  •  Sottofamiglia POOIDEAE

Tribù POEAE – Genere FESTUCA, LOLIUM, POA

Tribù AGROSTIDEAE – Genere AGROSTIS

  • Sottofamiglia PANICOIDEAE

Tribù PANICEAE – Genere PASPALUM, PENNISETUM, STENOTAPHRUM

Tribù ANDROPOGONEAE – Genere EREMOCHLOA

  • Sottofamiglia ERAGROSTIDEAE

Tribù CHLORIDEAE – Genere BUCHLOE, CYNODON

Tribù ZOYSIAE – Genere ZOYSIA

 

COME IDENTIFICARE LE SPECIE DA TAPPETO ERBOSO

Per l’identificazione della specie da tappeto erboso ci vengono in aiuto alcune caratteristiche tassonomiche botaniche:

HABITUS

ovvero l’aspetto, il portamento, la forma di crescita generale caratteristica di ciascuna specie vegetale. Può essere cespitoso, rizomatoso e stolonifero.
L’habitus CESPITOSO, sinonimo di cespuglioso, è determinato da sviluppo intravaginale ovvero quando le gemme, e quindi i culmi di accestimento, si formano all’interno della guaina della foglia basale, in verticale.
Lolium perenne, Festuca arundinacea, Festuca rubra commutata sono specie tipicamente cespitose. Questo tipo di crescita comporta una minor capacità di recupero del tappeto erboso in caso di danni, per questo le ultime varietà di Loietto e Festuca arundinacea sviluppate sono state selezionate per la tendenza ad un comportamento rizomatoso (vedi Xtender, CT7, Rhizing Moon).

Gli habitus RIZOMATOSO e STOLONIFERO sono determinati da sviluppo extravaginale ovvero quando le gemme, e quindi i culmi di accestimento, si formano all’esterno della guaina della foglia basale.
Le specie rizomatose, come Poa pratensis, Festuca rubra rubra e Festuca rubra trichophylla (quest’ultima debolmente) presentano strutture di crescita orizzontali, i rizomi, culmi laterali secondari che crescono al di sotto della superficie del terreno. Le specie così dette stolonifere come Agrostis stolonifera e Stenothaprum secondatum presentano strutture di crescita orizzontali, gli stoloni, che crescono al di sopra della superficie del terreno. Questi sono in grado di produrre nodi da cui nasce una nuova corona così che la pianta possa autorigenerarsi.

Alcune specie come Cynodon, Paspalum vaginatum e Zoysia sono caratterizzate da entrambi gli habitus, quindi hanno portamento sia rizomatoso che stolonifero.

Come è intuitivo, le specie rizomatose e/o stolonifere hanno grande capacità di autorigenerazione, copertura degli spazi e di recupero dai danni generando sempre nuove strutture di crescita.

diverse parti delle graminacee per il riconoscimento

PREFOGLIAZIONE

Riguarda la sistemazione della foglia più giovane, in attesa di essere emessa, all’interno del culmo. Può essere CONVOLUTA (A. stolonifera, F. arundinacea, Zoysia spp.) quando la foglia più giovane è arrotolata e il culmo ha sezione circolare oppure DUPLICATA (Loietto perenne, Poa pratensis, Festuca rubra, Paspalum vaginatum, S. secundatum, Cynodon spp.) quando la foglia più giovane è ripiegata e il culmo ha sezione compressa.

riconoscimento graminacee tramite prefogliazione

LAMINA FOGLIARE

Alcuni aspetti della lamina fogliare sono importanti caratteri tassonomici: la lamina può essere piatta, a V o arrotolata (tipico delle Festuche fini, possono presentarsi così anche le piante in stress idrico); la punta della foglia può essere acuta, arrotondata o a barchetta (tipico delle Poe).

riconoscimento graminacee tramite lamina fogliare

GUAINA

La guaina è la porzione basale della foglia che circonda il culmo. Importanti caratteri tassonomici sono FORMA cilindrica o compressa, MARGINI chiusi, aperti o sovrapposti (vedi II immagine disegno), PUBESCENZA e COLORE.

riconoscimento graminacee tramite guaina

LIGULA

La ligula è la sezione fogliare presente tra lamina e guaina. Può essere CILIATA, MEMBRANOSA (acuta, ottusa, tronca) oppure del tutto ASSENTE.

riconoscimento graminacee tramite diversa ligula

AURICOLE

Le auricole sono estroflessioni di tessuto tra la lamina e la guaina. Spesso non sono presenti; in pochi casi possono essere ABBOZZATE oppure sono ben evidenti, ABBRACCIANTI.

COLLARE

Il collare è la sezione di foglia dove la lamina incontra la guaina, nella parte posteriore. È la parte più suberificata di tessuto, assume un colore diverso dalla foglia.  Può essere: LARGO, STRETTO o DIVISO.

 

SUDDIVISIONE DELLE GRAMINACEE DA TAPPETO ERBOSO

Per le capacità di adattamento alle diverse condizioni climatiche e in particolare agli andamenti termici stagionali le specie da tappeto erboso si suddividono in microterme e macroterme.

Le specie MICROTERME sono maggiormente adattate a climi freddo umidi con temperature aeree ottimali per la crescita comprese tra i 15 e i 24 °C e due picchi di attività, uno primaverile e uno autunnale. È buona la resistenza alle temperature rigide invernali mentre, per contro, scarsa è la resistenza alle alte temperature e alla siccità a causa anche di un apparato radicale generalmente superficiale. Sono usate prevalentemente in miscuglio al fine di migliorare le capacità di adattamento alle diverse condizioni ambientali e aumentare le possibilità di impiego.
Le appartenenti alle microterme sono tutte specie perenni, tranne Lolium multiflorum e Poa annua.

Le specie MACROTERME hanno un solo picco di crescita, in estate e sono quindi adatte per ambienti caldi, con temperature minime di circa 15 gradi. La temperatura ideale di crescita è tra i 30 e i 37 gradi. Sono specie poco resistenti alle basse temperature e generalmente in inverno vanno in dormienza. Sopportano meglio caldo, siccità e traffico intenso rispetto alle specie microterme. Meno suscettibili alle malattie fungine, hanno però problemi con gli insetti.
In Italia si propagano generalmente per via vegetativa invece che per semina.

 

 

Creiamo miscugli importando sementi di alta qualità e purezza da Stati Uniti e Europa per soddisfare le diverse necessità dei professionisti del verde e dei privati. Su richiesta creiamo anche specifici miscugli su formula.

 

I DANNI DA SPRING DEAD SPOT SU TAPPETO ERBOSO DI CYNODON DACTYLON

La macchia primaverile, Spring Dead Spot in inglese, è una delle più gravi malattie fungine a carico dei tappeti erbosi di Cynodon dactylon e di alcune varietà di Zoysia.
Gli agenti eziologici segnalati in infezioni riconosciute come Spring Dead Spot sono i funghi Ophiosphaerella herpotricha, Leptosphaeria korrae (responsabile diretto della macchia necrotica ad anello primaverile ed autunnale di tappeti di microterme) e Gaeumannomyces graminis.

COME RICONOSCERE SPRING DEAD SPOT

La malattia può colpire il prato di Cynodon in primavera, al risveglio vegetativo. La malattia si riconosce dalle tipiche macchie circolari di erba secca biancastra-color paglia dal diametro variabile da 5 cm a più di 1 m. Tali macchie compaiono, anno dopo anno, nello stesso punto del tappeto erboso, aumentando sempre più ad ogni stagione il loro diametro. Le macchie possono tornare ad essere visibili anche in autunno dopo alcuni giorni a temperature fredde e ad alto livello di umidità relativa dell’aria. Le piante colpite possono presentare oltre alla tipica decolorazione fogliare stoloni, rizomi, corona e radici annerite e marcite.
Le aree colpite tendono, lentamente e senza particolare vigore (nel caso di gravi attacchi impiegano un’intera stagione di crescita), a riprendersi a partire da rizomi e stoloni delle piante sopravvissute al centro o ai bordi delle macchie originando un anello verdastro e il sintomo classico ad occhio di rana. Generalmente le aree interne delle macchie si riempiono con facilità di una grande quantità di piante infestanti, mentre in altri casi collassano generando zone caratterizzate dalla presenza di una depressione a forma di cratere al loro interno. I funghi non uccidono direttamente le piante e spesso i danni più sensibili sono dovuti alla conseguente minor resistenza che il tappeto erboso sarà in grado di opporre ad altre situazioni stressanti biotiche ed abiotiche, in particolare ai danni da freddo e congelamento nella stagione tardo autunnale ed invernale.
Gli attacchi di Spring Dead Spot, come è intuibile, possono minare gravemente l’estetica e l’uniformità della superficie, rendendo il tappeto erboso, nel caso di campi sportivi, non più compatibile con il gioco e l’utilizzo.

QUANDO SI SVILUPPA SPRING DEAD SPOT

Le condizioni ambientali favorevoli alla malattia sono:

– temperature dell’aria molto fresche comprese tra i 12 e i 14°C; al risveglio vegetativo, a questi livelli di temperatura, le radici si sviluppano più lentamente e il fungo acquisisce un importante vantaggio competitivo

–  terreno molto umido con drenaggio insufficiente

– feltro oltre i 1,2 cm di spessore

– eccessi azotati; (in particolare gli eccessi a fine estate possono aumentare la gravità della malattia la primavera successiva

– carenze di potassio, l’elemento “no stress” per eccellenza

Generalmente i danni maggiori da Spring Dead Spot si rilevano su tappeti di Cynodon di almeno 3-5 anni nei quali si è trascurato il controllo della malattia nel corso delle stagioni precedenti, nonché prati ad utilizzo intensivo come campi sportivi e campi da golf. In Italia è maggiormente diffuso nelle zone del Nord, dove le temperature invernali sono più rigide e dove risulta più lungo il periodo di dormienza invernale.

COSA FARE PER CONTROLLARE SPRING DEAD SPOT?

I suggerimenti agronomici per il controllo del Spring Dead Spot sono i seguenti:
– gestire ottimamente i fertilizzanti rispettando dosaggi e periodi di applicazione. Si ribadisce di evitare eccessi azotati in generale e apporti nelle sei settimane che precedono la dormienza invernale
– adottare un appropriato programma di utilizzo di biostimolanti e radicanti in grado di esaltare la resistenza naturale del tappeto erboso alle situazioni stressanti
– migliorare il drenaggio del tappeto erboso con operazioni estive (con il Cynodon dactilon in piena attività vegetativa) di bucatura – carotatura – topdressing con ammendanti di qualità
– contenere e rimuovere il feltro con apposite arieggiature
– se possibile, evitare situazione stressanti quali tagli frequenti ad altezze inferiori a quelle ottimali ed eccessi idrici