LE MALATTIE DEL PRATO INVERNALI: MICRODOCHIUM NIVALE E TYPHULA INCARNATA
- 14 Dicembre 2018
Con la stagione tardo autunno-invernale, in particolare nei mesi compresi tra novembre e febbraio, in condizioni di umidità elevata, temperature medio basse e precipitazioni nevose, i tappeti erbosi in microterme, soprattutto in Poa pratensis e Agrostis stolonifera, possono svliluppare alcune patologie fungine con potenziali danni evidenti come il Marciume Rosa Invernale (Microdochium nivale) e il Marciume Grigio delle Nevi (Typhula incarnata).
Il Marciume Rosa Invernale è una delle più diffuse malattie invernali del prato nelle regioni del nord Italia dove trova condizioni ideali di sviluppo con temperature comprese tra 0 e 8°C e fino a 15-16 °C, alta umidità relativa, alternanza di nevicate e scioglimento delle nevi (la copertura nevosa non è comunque fattore indispensabile), periodi freddi piovosi o con nebbia. In generale gli attacchi sono più diffusi dove il clima alterna estati calde ad inverni freddi. La malattia si ferma e regredisce ai primi caldi primaverili e con la ripresa vegetativa del tappeto erboso.
L’agente causale è il fungo Microdochium nivale appartenente alla classe dei basidiomiceti; esso è in grado di sopravvivere durante la stagione sfavorevole al suo sviluppo in forma di micelio dormiente nella vegetazione infetta e nel feltro e agire quando le temperature calano.
Microdochium nivale attacca l’apparato fogliare producendo macchie circolari con vegetazione idropica arruffata ricca d’acqua, generalmente di 2,5÷20 cm di diametro (fino a 30-60 cm sotto copertura nevosa), inizialmente di colore biancastro e quindi bruno-grigiastro. Nei tappeti erbosi ad alta manutenzione le macchie circolari possono presentare un bordo esterno rosato che diventa poi più marcato, tendente al rosso scuro, mentre al centro può esserci una ripresa della vegetazione verde con l’effetto caratteristico ad occhio di rana (Frog-eye). Il micelio cotonoso biancastro si sviluppa sotto il manto nevoso e produce fruttificazioni, gli sporodochi; questi contengono le spore, di colore rosato, da cui il nome della malattia.
Il recupero primaverile del tappeto erboso è solitamente possibile dal momento che è il solo apparato fogliare ad essere colpito dall’agente fungino.
In caso di attacchi particolarmente virulenti e, in concomitanza con attacchi di Marciume Grigio delle Nevi, per la piena ripresa del tappeto potrebbe risultare necessario procedere con un’operazione di trasemina.
Il Marciume Grigio delle Nevi è una delle malattie del prato tipicamente invernale più diffusa nei climi freddi europei dove coesiste con il Marciume Rosa. Trova condizioni di sviluppo ideali con temperature di 1-2°C, intense nevicate e lunga persistenza del manto nevoso (presenza di neve obbligatoria).
Agenti causali sono Typhula incarnata e Typhula ishikariensis, funghi basidiomiceti che sopravvivono come sclerozi nei residui infetti, nel feltro e nel terreno. Gli sclerozi germinano nel tardo autunno a 10-18°C in presenza di periodi di bagnatura, originando il micelio che infetterà il tappeto sotto il manto nevoso.
Attaccano foglie e corona (T. ishikariensis) e i sintomi della malattia saranno evidenti al momento dello scioglimento della neve. Inizialmente il Marciume Grigio si presenta con macchie circolari di diametro 1-5 cm (fino ad 1m) di colore giallastro-grigio e con foglie intrecciate a formare un fitto feltro, spesso ricoperte da micelio bianco, e, in seguito, al diminuire del grado di umidità, di colore grigio argento.
Fattori agronomici predisponenti gli attacchi di Microdochium nivale e di Typhula spp. sono carenza di azoto o, al contrario, eccessi azotati, soprattutto in forme prontamente disponibili; carenze di disponibilità di calcio e potassio, fondamentali per la resistenza agli stress; scarso drenaggio; presenza di feltro; taglio eccessivamente basso e con tappeto erboso bagnato; lunghi periodi di bagnatura fogliare.
Dai fattori predisponenti ne conseguono gli accorgimenti per il controllo agronomico di queste due malattie del prato invernali: mantenere uno stato nutrizionale equilibrato del tappeto erboso, evitando carenze e soprattutto eccessi di nutrizione azotata, in particolare nelle forme più solubili e disponibili, interrompendo la somministrazione di concimi azotati 25-30 giorni prima dell’arrivo del gelo. Al contempo è consigliabile favorire la concimazione potassica e la nutrizione con Calcio e microelementi, capaci di migliorare la resistenza agli stress biotici e abiotici del tappeto erboso nella stagione fredda.
Dove possibile è utile evitare un eccessivo carico di utilizzo del tappeto erboso e operare una parallela diminuzione dell’intensità di manutenzione, abbassando così il rischio di aggressione da parte di malattie del prato infettive di origine fungina. Una corretta manutenzione e un giusto carico sono una delle chiavi per ridurre la pericolosità degli attacchi rendendo le piante più tolleranti e più pronte, nel caso, a recupero dai danni.
Metodi efficaci per prevenire insorgenza della malattia sono: