Il Silicio (Si) e i suoi benefici per la nutrizione delle piante
Il Silicio (Si) è un elemento minerale di grande interesse per la nutrizione delle piante. L’intensa attività di ricerca e sviluppo tesa a evidenziarne funzioni e meccanismi di azione – in parte non ancora chiariti del tutto – ne ha fatto guadagnare rapidamente posizioni nella considerazione del suo impiego nella coltivazione delle piante.
Nonostante il Silicio non sia ancora classificato come elemento nutriente essenziale (cioè un elemento indispensabile per il ciclo vitale delle piante, comprese le fasi vegetative e riproduttive), è stato riconosciuto come un elemento quasi essenziale che apporta notevoli benefici soprattutto in condizioni di stress biotico e abiotico.
Green BBQ – il field day di Unmaco
Abbiamo organizzato un vero e proprio Field Day per offrire ai professionisti del verde l’opportunità di vedere in campo le performance di diverse varietà da tappeto erboso di ultima generazione.
Un evento gratuito esclusivo per tecnici e professionisti del verde in cui vedere da vicino e poter confrontare le nuove varietà americane da tappeto erboso cresciute in un’area climatica difficile come la pianura Padana.
Prima della visita alle parcelle ci sarà un momento di presentazione tecnica sulle varietà messe alla prova e la loro gestione sostenibile in campo.
Per stimolare il confronto tra colleghi e tecnici, la giornata sarà condita da diversi momenti conviviali, incluso il pranzo con un vero BBQ all’americana e birra fresca.
📅 1 LUGLIO
In tre fasce orarie d’arrivo:
9.00 – GRUPPO 1
12.00 – GRUPPO 2
15.00 – GRUPPO 3
📍 Azienda ag. Crema Green
Via F. Pesadori, 4 Ricengo (CR)
🚩 COME?
Iscrizione obbligatoria entro il 30 giugno alle 12.00 cliccando qui
Come riconoscere le specie da tappeto erboso
Tutte le specie da tappeto erboso, selezionate nel tempo per la capacità di creare manti densi e compatti, tolleranti a tagli ripetuti e ad intenso calpestio appartengono alle Gramineae (sinonimo di Poaceae e Graminaceae), famiglia di piante angiosperme monocotiledoni appartenente all’ordine Cyperales.
LA FAMIGLIA DELLE GRAMINACEE
Le graminacee si differenziarono circa 70 milioni di anni fa e si diffusero circa 40 milioni di anni fa a seguito della comparsa sulla terra degli animali da pascolo: bovini, ovini, caprini. Fu il pascolo di questi animali che comportò un adattamento evolutivo delle graminacee, caratterizzato da corti internodi basali e capacità di propagazione vegetativa attraverso i culmi di accestimento, i rizomi e gli stoloni. La famiglia delle Poaceae o Graminaceae è una delle più importanti dell’intero Regno vegetale e conta circa 600 generi ed oltre 7500 specie, di cui circa 25 hanno importanza per i tappeti erbosi.
Le principali sottofamiglie maggiormente impiegate nel mondo sono le seguenti:
Sottofamiglia POOIDEAE
Tribù POEAE – Genere FESTUCA, LOLIUM, POA
Tribù AGROSTIDEAE – Genere AGROSTIS
Sottofamiglia PANICOIDEAE
Tribù PANICEAE – Genere PASPALUM, PENNISETUM, STENOTAPHRUM
Tribù ANDROPOGONEAE – Genere EREMOCHLOA
Sottofamiglia ERAGROSTIDEAE
Tribù CHLORIDEAE – Genere BUCHLOE, CYNODON
Tribù ZOYSIAE – Genere ZOYSIA
COME IDENTIFICARE LE SPECIE DA TAPPETO ERBOSO
Per l’identificazione della specie da tappeto erboso ci vengono in aiuto alcune caratteristiche tassonomiche botaniche:
HABITUS
ovvero l’aspetto, il portamento, la forma di crescita generale caratteristica di ciascuna specie vegetale. Può essere cespitoso, rizomatoso e stolonifero.
L’habitus CESPITOSO, sinonimo di cespuglioso, è determinato da sviluppo intravaginale ovvero quando le gemme, e quindi i culmi di accestimento, si formano all’interno della guaina della foglia basale, in verticale. Lolium perenne, Festuca arundinacea, Festuca rubra commutata sono specie tipicamente cespitose. Questo tipo di crescita comporta una minor capacità di recupero del tappeto erboso in caso di danni, per questo le ultime varietà di Loietto e Festuca arundinacea sviluppate sono state selezionate per la tendenza ad un comportamento rizomatoso (vedi Xtender, CT7, Rhizing Moon).
Gli habitus RIZOMATOSO e STOLONIFERO sono determinati da sviluppo extravaginale ovvero quando le gemme, e quindi i culmi di accestimento, si formano all’esterno della guaina della foglia basale.
Le specie rizomatose, come Poa pratensis, Festuca rubra rubra e Festuca rubra trichophylla (quest’ultima debolmente) presentano strutture di crescita orizzontali, i rizomi, culmi laterali secondari che crescono al di sotto della superficie del terreno. Le specie così dette stolonifere come Agrostis stolonifera e Stenothaprum secondatum presentano strutture di crescita orizzontali, gli stoloni, che crescono al di sopra della superficie del terreno. Questi sono in grado di produrre nodi da cui nasce una nuova corona così che la pianta possa autorigenerarsi.
Alcune specie come Cynodon, Paspalum vaginatum e Zoysia sono caratterizzate da entrambi gli habitus, quindi hanno portamento sia rizomatoso che stolonifero.
Come è intuitivo, le specie rizomatose e/o stolonifere hanno grande capacità di autorigenerazione, copertura degli spazi e di recupero dai danni generando sempre nuove strutture di crescita.
PREFOGLIAZIONE
Riguarda la sistemazione della foglia più giovane, in attesa di essere emessa, all’interno del culmo. Può essere CONVOLUTA (A. stolonifera, F. arundinacea, Zoysia spp.) quando la foglia più giovane è arrotolata e il culmo ha sezione circolare oppure DUPLICATA (Loietto perenne, Poa pratensis, Festuca rubra, Paspalum vaginatum, S. secundatum, Cynodon spp.) quando la foglia più giovane è ripiegata e il culmo ha sezione compressa.
LAMINA FOGLIARE
Alcuni aspetti della lamina fogliare sono importanti caratteri tassonomici: la lamina può essere piatta, a V o arrotolata (tipico delle Festuche fini, possono presentarsi così anche le piante in stress idrico); la punta della foglia può essere acuta, arrotondata o a barchetta (tipico delle Poe).
GUAINA
La guaina è la porzione basale della foglia che circonda il culmo. Importanti caratteri tassonomici sono FORMA cilindrica o compressa, MARGINI chiusi, aperti o sovrapposti (vedi II immagine disegno), PUBESCENZA e COLORE.
LIGULA
La ligula è la sezione fogliare presente tra lamina e guaina. Può essere CILIATA, MEMBRANOSA (acuta, ottusa, tronca) oppure del tutto ASSENTE.
AURICOLE
Le auricole sono estroflessioni di tessuto tra la lamina e la guaina. Spesso non sono presenti; in pochi casi possono essere ABBOZZATE oppure sono ben evidenti, ABBRACCIANTI.
COLLARE
Il collare è la sezione di foglia dove la lamina incontra la guaina, nella parte posteriore. È la parte più suberificata di tessuto, assume un colore diverso dalla foglia. Può essere: LARGO, STRETTO o DIVISO.
SUDDIVISIONE DELLE GRAMINACEE DA TAPPETO ERBOSO
Per le capacità di adattamento alle diverse condizioni climatiche e in particolare agli andamenti termici stagionali le specie da tappeto erboso si suddividono in microterme e macroterme.
Le specie MICROTERME sono maggiormente adattate a climi freddo umidi con temperature aeree ottimali per la crescita comprese tra i 15 e i 24 °C e due picchi di attività, uno primaverile e uno autunnale. È buona la resistenza alle temperature rigide invernali mentre, per contro, scarsa è la resistenza alle alte temperature e alla siccità a causa anche di un apparato radicale generalmente superficiale. Sono usate prevalentemente in miscuglio al fine di migliorare le capacità di adattamento alle diverse condizioni ambientali e aumentare le possibilità di impiego.
Le appartenenti alle microterme sono tutte specie perenni, tranne Lolium multiflorum e Poa annua.
Le specie MACROTERME hanno un solo picco di crescita, in estate e sono quindi adatte per ambienti caldi, con temperature minime di circa 15 gradi. La temperatura ideale di crescita è tra i 30 e i 37 gradi. Sono specie poco resistenti alle basse temperature e generalmente in inverno vanno in dormienza. Sopportano meglio caldo, siccità e traffico intenso rispetto alle specie microterme. Meno suscettibili alle malattie fungine, hanno però problemi con gli insetti.
In Italia si propagano generalmente per via vegetativa invece che per semina.
Creiamo miscugli importando sementi di alta qualità e purezza da Stati Uniti e Europa per soddisfare le diverse necessità dei professionisti del verde e dei privati. Su richiesta creiamo anche specifici miscugli su formula.
ELEMENTI NUTRITIVI DELLE PIANTE: MACRO E MICRONUTRIENTI
In letteratura si trovano diverse definizioni di “elemento nutritivo”, quella più completa lo definisce come: sostanza indispensabile all’organismo per il mantenimento della vita, la sua crescita e il rinnovamento delle sue strutture.
Questo articolo è dedicato agli elementi nutritivi minerali che possiedono funzioni importanti in strutture molecolari delle piante (ad es. il Magnesio nella clorofilla), che hanno azione attivante nei confronti di un enzima (come cofattore enzimatico – ad es. Molibdeno nella nitrogenasi per la fissazione dell’azoto atmosferico da parte dei batteri simbionti nelle leguminose), che instaurano un potenziale osmotico (ad es. Potassio) o che instaurano equilibri elettrochimici cellulari fondamentali.
COME CAPIRE SE UN ELEMENTO NUTRITIVO È ESSENZIALE
Sono due le definizioni, nell’ambito della nutrizione minerale delle piante, per stabilire se un elemento nutriente è essenziale.
La prima ha un carattere essenzialmente biologico: un elemento nutriente si definisce essenziale se la pianta non è in grado di completare il proprio ciclo vitale (ciclo vegetativo e riproduttivo) senza di esso.
La seconda ha un carattere prettamente chimico: un elemento nutriente si definisce essenziale se forma una molecola o un costituente della pianta a sua volta essenziale.
Inoltre, un elemento nutritivo non deve essere sostituibile da un altro (ad es. il Cloro non è essenziale perché sostituibile dal Bromo) e, rimuovendo questoelemento dalla pianta, essa non sarà in grado di compiere un intero ciclo vitale e presenterà sintomi da carenza.
MACRO E MICRONUTRIENTI: COSA SONO
Gli elementi nutritivi sono classificati secondo numerosi criteri; il principale e più comune è quello che distingue macronutrienti (presenti in quantità superiore allo 0,01%) e micronutrienti (presenti nella pianta in concentrazione fino allo 0,01% in peso).
I Macronutrienti sono: Carbonio, Idrogeno, Ossigeno, Azoto, Fosforo, Potassio, Zolfo, Calcio, Magnesio, Potassio e Cloro.
I Micronutrienti sono: Ferro, Manganese, Zinco, Rame, Boro e Molibdeno.
Vi sono poi altri elementi assorbiti dalle piante, in piccolissime quantità, che non rispondono al criterio di essenzialità come Silicio, Sodio, Alluminio e Cobalto.
Carbonio, Idrogeno, Ossigeno e Cloro non costituiscono fattori limitanti per la vita vegetale essendo disponibili abbondantemente in atmosfera e litosfera sotto forma di anidride carbonica e acqua o, abbondanti in natura.
Per i restanti elementi minerali si deve invece prevedere una più opportuna messa a disposizione per l’assorbimento da parte delle piante tramite l’uso di appositi piani di fertilizzazione.
COME VENGONO ASSORBITI GLI ELEMENTI NUTRITIVI
L’assorbimento degli elementi nutritivi, e quindi lo stato nutrizionale generale delle piante, dipende da numerosissime variabili:
– efficacia di assorbimento dei singoli nutrienti ed esigenza specifica della specie di pianta
– capacità di perlustrazione del terreno da parte delle radici
– caratteristiche fisiche del terreno come tessitura e struttura
– caratteristiche chimiche del terreno come pH e presenza di elementi minerali
– grado di umidità del suolo
– tasso di sostanza organica viva e livello di fertilità biologica del terreno
Pensiamo ad esempio al grado di acidità del suolo. La maggior parte degli elementi nutrienti è solubile e disponibile a pH neutro o sub acido (valori compresi tra 6,5 e 7).
Le piante, nel corso dell’evoluzione, si sono distinte in acidofile (come camelie, gardenie, rododendri e azalee), in neutrofile e basofile (come lattuga, cipolla e barbabietola). Il pH alcalino condiziona negativamente la solubilità di Calcio e Fosforo, favorendo la formazione di sali indisponibili mentre aumentano Potassio e Sodio. Un pH molto acido, per contro, favorisce un eccesso di elementi tossici quali Alluminio e Idrogeno.
Il professionista del verde, conoscendo la situazione dell’area di intervento e le piante interessate, deve agire sulla disponibilità degli elementi nutritivi. Può aumentarne il contenuto assoluto nel suolo con appositi programmi di fertilizzazione e con azioni, anche agronomiche, tese a migliorare il ciclo degli elementi e la facilità di assorbimento da parte delle piante ma anche rimuovendo e/o correggendo i fattori limitanti.
QUALI SONO GLI ELEMENTI NUTRITIVI
In ordine alfabetico questi sono gli elementi nutrienti minerali utili alle piante:
Azoto Elemento nutriente tra i più importanti per la crescita; è infatti costituente degli amminoacidi (quindi delle proteine), delle basi azotate (quindi degli acidi nucleici) e delle molecole per la conservazione e il trasferimento dell’energia, oltre che di tante altre molecole biologiche strutturali e funzionali essenziali. Stimola la moltiplicazione cellulare e condiziona da vicino l’attività fotosintetica favorendo la crescita dei tessuti vegetali. Condiziona l’assorbimento di fosforo P e potassio K.
Boro Ha un effetto marcato sulla funzione riproduttiva, in particolare la germinazione del polline e la differenziazione delle gemme a fiore. Condiziona il grado di lignificazione delle pareti cellulari favorendone al contempo stabilità ed elasticità. Stimola l’assorbimento degli altri cationi quali Calcio, Magnesio e Potassio.
Calcio È un importante cofattore enzimatico, stimola la divisione cellulare stabilizzando le strutture che la permettono (fuso mitotico) e la distensione cellulare. Sotto forma di sali pectati rinforza e stabilizza membrane e pareti cellulari per una maggiore resistenza agli stress. È un regolatore e messaggero cellulare e ha un ruolo essenziale nella produzione e maturazione dei frutti.
Cloro Elemento capace di elevare la pressione osmotica cellulare, influenza quindi il grado di idratazione e il meccanismo di chiusura e apertura degli stomi. Condiziona il processo fotosintetico.
Ferro Componente strutturale fondamentale di alcuni enzimi (proteine eme) e delle proteine ferro-zolfo. Ricopre il ruolo di cofattore enzimatico, ha un ruolo nella sintesi proteica, nella sintesi della clorofilla e dei pigmenti antociani. Partecipa a stabilizzare la struttura dei cloroplasti con un diretto effetto riguardo al livello e all’efficienza della fotosintesi e alla colorazione verde della vegetazione.
Fosforo Componente di fondamentali molecole biologiche quali nucleotidi e quindi acidi nucleici, fosfolipidi delle membrane cellulari e nucleotidi fosfati, implicati nella conservazione e nel rilascio di energia al servizio di tutti i processi metabolici cellulari. È un regolatore del pH cellulare e cofattore enzimatico. È elemento fondamentale nella fase di sviluppo degli apparati radicali, per la fioritura, la precocità di produzione dei frutti e la loro qualità e resistenza, per il fenomeno dell’accestimento di tutte le graminacee, comprese le specie da tappeto erboso.
Magnesio Costituente strutturale fondamentale della molecola della clorofilla e responsabile del colore verde. Ha diverse funzioni di trasporto cellulare, osmolare, regolatore del pH, cofattore di enzimi importanti come la ATPasi (responsabile dei meccanismi che mettono a disposizione l’energia per sostenere i processi metabolici). È immagazzinato come sostanza di riserva nei semi sotto forma di fitati di Magnesio.
Manganese Importante cofattore enzimatico, è implicato nella reazione fotosintetica di Hill in cui l’acqua viene scissa in ossigeno e idrogeno e nello stadio finale di riduzione dei nitrati. Agisce sulla distensione cellulare.
Molibdeno Fondamentale per la fissazione dell’azoto atmosferico da parte dei batteri simbionti delle leguminose, cofattore enzimatico, protagonista per la fase riproduttiva a determinare quantità e germinabilità del polline. In alcune piante, come la soia, aiuta la resa produttiva in semi e frutti.
Potassio Elemento nutriente tra i più importanti sia dal punto di vista quantitativo che del numero di funzioni alle quali attiene. Equilibratore di carica elettrica, contro ione per il trasporto di anioni come il nitrato, ha funzione osmolare per il turgore cellulare e l’apertura e chiusura degli stomi, nonché per la distensione cellulare. È inoltre elemento no stress per eccellenza contro gli stress biotici e abiotici, cofattore enzimatico. Essenziale è il suo ruolo nella sintesi proteica e fotosintetica.
Rame Cofattore enzimatico implicato nella sintesi e stabilità di clorofilla e altri pigmenti vegetali, ha ruolo nella sintesi della lignina. Siccome è un elemento in grado di cambiare carica elettrica, viene usato per la creazione di potenziali ossido riduttivi cellulari.
Zinco Cofattore enzimatico, ha un importante ruolo nella sintesi di amminoacidi solforati (triptofano) e nella sintesi delle proteine.
Zolfo Importante componente degli amminoacidi solforati e quindi delle proteine. Ha un ruolo decisivo nella sintesi proteica e come cofattore enzimatico.
COME INTEGRARE GLI ELEMENTI NUTRITIVI
I macroelementi, fondamentali per la crescita e lo sviluppo delle piante, devono essere integrati abitualmente, seguendo il loro ciclo vegetativo. Per farlo si utilizzano concimi di varia natura in forma solida o liquida.
Ad esempio, un tappeto erboso avrà bisogno un apporto maggiore di Potassio durante l’estate e l’inverno, ovvero i periodi in cui, complici caldo e riduzione dell’acqua disponibile, sarà più esposto agli stress. Una concimazione con un fertilizzante ricco in Fosforo è invece consigliata alla semina in quanto questo elemento rafforza l’accestimento della pianta e la sua resistenza. Le dosi più alte di Azoto sono invece necessarie nei picchi di crescita, nel caso del tappeto erboso con specie microterme, in Primavera e Autunno.
Nel caso in cui le piante evidenzino carenza di alcuni microelementi vi sono prodotti liquidi a pronto effetto come la gamma NUTRIBIO (Nutribio Mg con magnesio e zolfo – Nutribio Fecon ferro, Antys K, Antys Ca …) con funzione antiossidante e stimolante radicale biologico, sviluppata da anni di ricerca dell’azienda Frayssinet. I microelementi Magnesio, Ferro, Manganese, Zinco, Rame e Molibdeno possono essere facilmente somministrati tramite la bustina super concentrata di FUSION TRACER. Può essere utile anche il fosfito di Potassio sequestrato FOSFO-K, con potere di prevenzione e cura degli attacchi fungini.
Quando si nota uno scolorimento della foglia, tipico della carenza di ferro, si può reintegrare l’elemento nutritivo tramite FERPLUS CU, rinverdente endoterapico in forma liquida oppure, quando l’oggetto di interesse è il tappeto erboso, usare il solfato di ferro granulare IRON TOP.
Pratiche agronomiche autunnali sul tappeto erboso
L’abbassamento delle temperature del terreno e l’accorciarsi delle giornate, con diminuzione delle ore di illuminazione utili all’attività fotosintetica, sono segnali per il tappeto erboso di prepararsi ad affrontare l’arrivo dell’inverno, e quindi ad una serie di stress biotici ed abiotici di particolare rilevanza e potenziale pericolo.
STRESS INVERNALI PER IL TAPPETO ERBOSO
Tra gli stress maggiormente dannosi per il tappeto erboso annoveriamo i danni meccanici e da disidratazione dei tessuti fogliari. In particolare, nel caso di arrivo repentino del freddo e di improvvise gelate autunno-invernali, le lamine fogliari si trovano ad essere molto sensibili e facilmente lesionabili per via del mancato adattamento e indurimento dei tessuti che si verificherebbe più facilmente con un abbassamento graduale delle temperature. Inoltre l’alternarsi di gelo e disgelo, fessurando il suolo, favorisce la formazione di crepe e la conseguente frammentazione degli apparati radicali.
Leggere precipitazioni nevose possono favorire la formazione di ghiaccio, lesioni fogliari e l’insorgenza di malattie fungine invernali quali marciume grigio (Typhula spp) al tempo del discioglimento e marciume rosa (Microdochium nivale). Diversamente, coltri di neve più spesse sarebbero utili a costituire uno strato termoisolante che impedisce alle temperature vicino al tappeto erboso di scendere pericolosamente vicino o sotto lo 0°C.
CONCIMAZIONE POTASSICA: COME AIUTA IL TAPPETO ERBOSO
Un ruolo chiave nel migliorare il livello di resistenza del tappeto erboso agli stress invernali biotici e abiotici lo gioca ilPotassio. Tra le principali funzioni metaboliche del Potassio a livello cellulare ci sono l’efficienza fotosintetica e dell’immagazzinamento delle sostanze di riserva fondamentali per superare il periodo sfavorevole.
In particolare, nel tappeto erboso le cellule vegetali, accumulando ioni potassio a livello citoplasmatico e aumentando la concentrazione dei succhi cellulari, esaltano la resistenza agli stress, quali appunto il freddo invernale, l’usura da calpestamento e l’attacco di agenti patogeni.
Ecco perché la distribuzione tra fine ottobre-novembre di un concime specifico, ricco in potassio e con azoto a lento rilascio, si rivela il principale strumento agronomico per la difesa del tappeto erboso dagli stress invernali.
A questo scopo, si può scegliere se utilizzare un concime minerale con azoto a lenta cessione come Unigreen 12-5-20 oppure un concime organo-minerale come Unigreen 8-5-18. Utilizzabili entrambi con dosaggio di 30 grammi per metro quadrato; oltre a soddisfare le esigenze nutritive in Potassio, hanno un effetto importante sulla colorazione e sull’aspetto generale del tappeto erboso.
Se interessati ad apportare sostanza organica nel suolo o a seguire un protocollo biologico, in questo periodo si può scegliere di utilizzare un concime organico come Ever 7 con materie prime scelte, stimolante radicale e senza rifiuti urbani.
ALTRE PRATICHE AGRONOMICHE UTILI
Tutte le operazioni agronomiche tese a favorire lo sviluppo radicale e l’immagazzinamento delle riserve nutrienti risultano decisive per incrementare la resistenza del tappeto erboso a stress sia biotici che abiotici.
L’impiego di un ammendante organico biologico quale Vegevert, contenente stimolante radicale omologato stimola la crescita della fertilità biologica e lo sviluppo degli apparati radicali, ottimizzando la funzione del suolo a livello della rizosfera e migliorando la funzionalità radicale delle piante e quindi la loro salute. Per il periodo autunno-inverno se ne consiglia l’utilizzo in dose di 100 grammi per metro quadrato;
Alzare l’altezza dell’ultimo taglio autunnale ad almeno 5-6 cm permette una migliore attività fotosintetica e una maggiore crescita delle radici;
La rimozione del muschio conUnigreen Tappeti Erbosi AMe la pulizia del tappeto erboso dalle foglie, che tendono a formare strati compatti, favoriscono la penetrazione dei raggi del sole, gli scambi idrici e gassosi e impediscono la creazione di un ambiente umido favorevole alla proliferazione di malattie fungine, marciumi e di un eccesso di lombrichi.
ALTRI PRODOTTI PER DIFENDERE IL TAPPETO ERBOSO IN INVERNO
Oltre alle pratiche agronomiche, si possono utilizzare prodotti specifici che creino nel tappeto erboso una maggiore resistenza endogena agli stress biotici e abiotici e un più rapido recupero in caso di danni, anche nel periodo freddo.
Si tratta di prodotti liquidi o in polvere di pronto assorbimento e azione istantanea, per lo più biologici, ad azione radicante e biostimolante che agiscono come induttori di resistenza fisiologica e meccanica. Sicuramente utili per il periodo possono essere: Compass Bioactive, pratici sacchetti monodose a base di Ascophyllum nodosum alga pura estratta a freddo; Turbine Reactionstimolante con L-aminoacidi; Double-D, miscela fertilizzante a pH 2,5 di Zinco, Rame e Manganese con azione fungicida naturale; Fosfo-K, a base di fosfito di potassio che stimola la pianta a produrre fitoallessine. A seconda delle diverse necessità del tappeto erboso si può pensare anche di utilizzare la linea di concimi liquidi organici Nutribioad azione combinata nutriente, stimolante e antiossidante.
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UMC formazione – approfondimenti per una gestione ecocompatibile del verde
Abbiamo organizzato una giornata formativa per i professionisti che vogliono approfondire le modalità per una gestione ecocompatibile del verde.
Per ragioni organizzative vi preghiamo di voler confermare la vostra partecipazione il prima possibile e al massimo entro il prossimo 22 Gennaio.
Tel. 0321-728654 – Fax 0321-728655 – e-mail: umc@unmaco.it
Qui trovate l’evento su Fb: https://www.facebook.com/events/1845570255654938/