Chiazze secche (dry spot) su tappeto erboso, come risolverle

Le chiazze secche localizzate, dette anche dry spot o dry patch, colpiscono i tappeti erbosi di tutta la Penisola e non sempre sono facili da eliminare.
Cosa sono e come riconoscere le chiazze secche (o dry spot/dry patch) su tappeto erboso, come trattarle e prevenirle ecco di cosa parleremo in questo nuovo articolo dei tecnici agronomi.

Vi siete mai chiesti perché alcune chiazze di erba diventano marroni mentre l’erba circostante rimane verde?

Il tappeto erboso può diventare marrone e secco per molte ragioni, ma una causa più comune di quel che si pensa è il dry spot o macchia secca localizzata. Le macchie secche localizzate possono svilupparsi per diversi motivi ma, quello a cui fare più attenzione, è quando il terreno diventa idrorepellente. In questo modo l’acqua non riesce a bagnare il terreno, l’erba appassisce e alla fine diventa marrone.

Che aspetto hanno le macchie secche e come identificarle?

Il termine “chiazza secca” descrive la formazione di un’area secca sul prato in cui l’erba diventa scolorita (e talvolta muore) a causa della mancanza di umidità. Tuttavia, la chiazza secca non è la stessa cosa di un suolo secco normale.

Esteticamente si tratta di chiazze marroni e spesso isolate di erba morente, circondate però da erba viva. Piccole aree di suolo secco sono abbastanza comuni, ma dopo una pioggia o con l’irrigazione queste si riprendono completamente. Il dry spot, invece, non si risolve così.
Spesso, quando si va a irrigare il prato, si nota che l’area è idrofoba e non permette all’acqua di penetrare nel terreno. Al contrario, appaiono pozzanghere o gocce d’acqua che, anziché diffondersi, permangono sul suolo. È come se un residuo ceroso impedisse l’infiltrazione dell’acqua nel terreno.

dry spot acqua in suolo idrofobico

Cosa sembra una macchia da Dry Spot, ma probabilmente non lo è?

– Macchie di urina di cane o di gatto o persino versamenti di carburante
– L’imbrunimento del tappeto erboso causato da parassiti che mangiano le radici (ad esempio Popillia japonica) o da malattia fungina
– Stress termico o da siccità prolungata
– Irrigazione mal funzionante
– Concimazione errata con cui si è bruciato il prato

La differenza tra le macchie di cui sopra e quelle idrofobiche è che le macchie idrofobiche non permettono all’acqua di essere assorbita nel terreno. È più probabile che le gocce d’acqua si accumulino in superficie piuttosto che penetrare nel suolo. La prova del nove per identificare una chiazza idrofobica consiste nell’osservare bene il suolo quando si irriga: se l’acqua, invece di venir assorbita dal terreno, scivola via in gocce tonde, saremo in presenza di dry spot.

Quali sono le cause delle macchie secche localizzate?

In determinate condizioni si può formare un rivestimento ceroso intorno alle particelle del terreno. In questo caso, l’acqua reagisce con il terreno proprio come fa con la carta oleata: si appallottola e non penetra. Una volta che questo rivestimento ceroso è presente, è molto difficile che l’acqua penetri nel terreno che, anzi, respinge l’acqua.

A volte chiazze di secco emergono visivamente da zone che sembrerebbero senza problema alcuno. Spesso però, vicino a tali chiazze si riscontrano:

  • Feltro
  • Malattie fungine
  • Stratificazione del suolo (superficie grossolana e in profondità più fine)
  • Scarsa infiltrazione idrica (spesso per pendii o terreno molto irregolare)

Il dry spot è una malattia?

No. La macchia secca localizzata non è un agente patogeno che infetta il tappeto erboso. Lo sviluppo delle chiazze secche di prato è dovuto alla mancanza di acqua nel terreno a causa del rivestimento ceroso idrorepellente che si è sviluppato sulle particelle di terreno sottostanti.

La formazione di idrofobia del suolo non è del tutto chiara, anche se sembrerebbe accertata una secrezione fungina (ad es. il complesso del Fairy ring) di sostanze organiche idrorepellenti che porterebbero poi alla formazione di tale strato.

Perché le macchie secche idrofobiche si sviluppano in alcune aree del prato?

Oltre alle condizioni meteorologiche, alcuni altri fattori influenzano lo sviluppo di macchie secche localizzate o dry spot:

  • Tipo di terreno – i terreni sabbiosi sono i più inclini a sviluppare macchie secche localizzate.
    Ad esempio, i putting green e i tee sono spesso costruiti con la sabbia, il che aumenta la loro suscettibilità alle macchie secche localizzate.
  • Quantità di irrigazione – Non sempre c’è la possibilità di accedere all’acqua per l’irrigazione in quantità e tempi desiderati e di cui il terreno avrebbe bisogno.
  • Feltro – il tappeto erboso che presenta un eccesso di feltro ha maggiori probabilità di sviluppare macchie secche localizzate.

Cosa fare per risolvere le macchie secche localizzate o dry spot?

Prima di tutto bisogna tenere sotto controllo le riserve di umidità del terreno, ossia cercare di non lasciare mai che il terreno si asciughi del tutto e irrigare sempre in modo uniforme; l’uso di misuratori di umidità potrebbe essere d’aiuto a tenere sotto controllo la situazione.

Il feltro e la compattazione del suolo sono strettamente legati alla prevenzione delle macchie idrofobiche e, in generale, alla buona salute del tappeto erboso e del terreno. Se pensi di avere un eccesso di feltro puoi lavorare il terreno come spiegato sotto ma anche aiutare la situazione con prodotti disgreganti il feltro come NoThatch.

Un’azione sicuramente utile è l’arieggiatura di fondo o il verticut, seguiti da un apporto di sabbia mista a sostanza organica di origine vegetale, così da controllare la formazione di feltro e ridurre la probabilità di macchie secche localizzate.

Per alleviare le condizioni d’idrorepellenza del terreno invece, l’unica soluzione è l’applicazione di agenti umettanti. Gli agenti umettanti sono sostanze che modificano la tensione superficiale esistente tra acqua e solidi, permettendo una migliore percolazione dell’acqua nel suolo.

Le macchie secche, finché localizzate, producono un danno che è prettamente estetico in quanto l’uso del tappeto erboso e la sua giocabilità non ne vengono intaccate. Diventa un problema assolutamente da risolvere quando l’idrofobia del suolo è accertata e le macchie secche iniziano a diffondersi sempre più. In questo caso, infatti, c’è a rischio la sopravvivenza del tappeto che soffre la mancanza di acqua.

Come detto sopra, c’è una forte correlazione tra dry spot e una malattia del tappeto erboso, gli anelli di fata o fairy ring. Bisogna quindi fare attenzione e osservare il tappeto erboso nel tempo; in caso di sviluppo di fairy ring, mettere in atto le opportune pratiche volte a sconfiggere il fungo. Ricordarsi inoltre che si tratta di una malattia del terreno non della pianta.

Come trattare e prevenire le macchie idrofobiche del prato?

  • Ridurre i livelli di feltro e compattazione del suolo come indicato sopra.
  • Mantenere un livello di umidità costante.
  • Un regime di concimazione appropriato, realizzato in base alle reali esigenze annuali delle piante.
  • Un’eventuale arieggiatura o altra lavorazione meccanica del terreno può aiutare l’acqua a penetrare.
  • Trattamento curativo, se possibile, nel momento in cui l’erba inizia a imbrunire ma, come sempre, un programma preventivo è molto più efficace.
  • In caso di tappeti erbosi di alto valore tecnico, si può anche pensare a cambiare il suolo, sostituendo, tramite carotatura, le parti intaccate con sabbia.
  • Aumentare l’altezza di taglio e ridurre il numero di tagli quando possibile, può contribuire a diminuire lo stress a cui sono sottoposte le piante.

Agenti umettanti per risolvere le chiazze secche del tappeto erboso

Un programma che preveda l’uso di agenti umettanti a partire da metà febbraio-marzo (a seconda dell’annata e del luogo considerato) fino a settembre-ottobre può essere molto utile per mantenere il terreno più permeabile.

Gli agenti umettanti possono essere liquidi (come Tournament ready di Underhill, la biodegradabile Yucca o il super concentrato Magnum 44 di Indigrow) o granulari e si decompongono in un periodo prestabilito; si possono anche acquistare in forma di compresse concentrate/pellet da aggiungere al sistema di irrigazione o da distribuire con uno speciale applicatore.

Hai messo in atto tutte queste pratiche ma nel mentre hai bisogno che il tappeto erboso torni subito di un bel verde splendente? Utilizza un colorante verde specifico per prato, ne esistono anche a lunga durata.

Come nutrire e biostimolare la pianta partendo dalla rizosfera

UN ECOSISTEMA COMPLESSO

Riuscire a potenziare e migliorare le interazioni che caratterizzano il complesso sistema suolo-rizosfera-pianta si riflette in migliori condizioni per lo sviluppo, la qualità e la resistenza delle piante, sia in condizioni di stress abiotici che biotici.

Trattandosi di un ecosistema notoriamente complesso solo un approccio ad esso nel suo insieme permetterà agli utilizzatori di sfruttare le sinergie tra i diversi interventi agronomici evitando di incorrere in singole azioni di scarsa o nulla efficacia. Le radici e l’insieme di specifici microrganismi della rizosfera svolgono un ruolo cruciale per determinare un buono sviluppo delle graminacee che compongono il tappeto erboso, così come delle piante in generale. Al di là delle unità fertilizzanti apportate, è il tipo di nutrizione e attivazione biologica che è fondamentale per ottenere un buon risultato.

Inoltre con l’introduzione del Pan e la conseguente riduzione dei prodotti fitosanitari disponibili, nonché con la diffusione di politiche sempre più ecosostenibili e di attenzione alla salute e al rispetto degli utenti, i manutentori del verde sono ancor di più obbligati a mettere in discussione i propri modelli di gestione tradizionale e prendere in considerazione modelli di gestione più globali (attenta selezione delle specie, maggior lavorazione del suolo, corretta irrigazione, nutrizione adeguata e stimolazione).
La sfida odierna è dunque quella di rafforzare la vegetazione il più possibile, anche stimolando il suolo e la pianta con dei prodotti di qualità mirati.

NUTRIZIONE E STIMOLAZIONE

UMC, fin dalla sua nascita, nel 1985, ha investito nella ricerca di soluzioni organiche e il più possibili naturali; grazie all’indubbia esperienza sviluppata negli anni mette ora a disposizione dei professionisti del verde strumenti per pianificare azioni complementari, ben coordinate tra loro e di indubbia efficacia. L’impiego programmato durante la stagione di crescita di corretti prodotti sia solidi che liquidi, in gran parte BIO utilizzabili in agricoltura biologica, è in grado di esaltare le prestazioni del tappeto erboso e delle piante.

Il programma UMC per la Nutrizione e la Stimolazione è incentrato su 3 azioni mirate: suolo-radice-foglia, promuovendo l’uso di prodotti di origine naturale (fertilizzanti organici solidi granulati a freddo, stimolanti e complementi liquidi, tutti senza compost verde, rifiuti urbani e fanghi di depurazione) coinvolti nel miglioramento dei meccanismi fisiologici e nell’aumento della resistenza delle piante, in particolare in situazioni di stress. Tutti i prodotti sono stati studiati e concepiti partendo da materie prime di elevata qualità compostate separatamente a temperature controllate.

L’EFFETTO SUOLO-RIZOSFERA

Per iniziare davvero ad apportare dei cambiamenti nella struttura e nelle capacità del suolo, fondamentale è l’attenzione che poniamo alla sua nutrizione e alla stimolazione dei suoi microrganismi; per questo il nostro programma inizia con l’apporto di VEGEVERT,  l’ammendante organico di origine totalmente vegetale composto da ben 8 materie prime naturali complementari con un apporto di sostanza organica fino a 5 volte superiore a quello di un comune stallatico; l’apporto perfetto di microrganismi nel terreno.
Successivamente per la nutrizione del tappeto erboso nel corso dell’anno è consigliato utilizzare EVER 10  (10-2-4) e EVER 7 (7-4-7) , concimi organici equilibrati con il nuovo complesso Pro T10® per rafforzare in tutta naturalezza l’effetto starter del prodotto. Questi fertilizzanti biologici sono inoltre arricchiti dallo stimolatore radicale Osyr che li rende un prodotto completo e unico sul mercato.

L’EFFETTO RADICALE

Per permettere alla pianta di affrontare al meglio ogni situazione di stress sia ambientale che indotta (es. trapianto, cambio vaso, …) sia con una maggiore resistenza che, eventualmente, con una ripresa più rapida, è consigliato aggiungere al piano di nutrizione dei prodotti liquidi con funzione biostimolante e radicante. In questa categoria spicca OSYRIL, il biostimolante liquido radicale di origine totalmente vegetale con capacità protettrice nei confronti delle auxine.

A base di Osyril e una serie di aminoacidi bioinduttori miscelati tra loro in giusta proporzione c’è SUPER ROOTS, prodotto completo e pronto all’uso studiato per incrementare l’efficacia di Osiryl sulle piante, indipendentemente dalla loro tipologia.

L’EFFETTO FOGLIARE

La fertilizzazione per via fogliare permette alla pianta di assorbire nutrienti, acqua e sali minerali in quantità minore ma più rapidamente ed efficacemente rispetto alla nutrizione tradizionale tramite suolo, può quindi essere utilizzata durante l’anno per compensare la carenza di elementi nutritivi e situazioni di stress particolari. La linea di prodotti liquidi ANTYS, grazie ad una speciale molecola con forte potere antiossidante naturale, migliorano il metabolismo fogliare e rafforzano la capacità di resistenza alle aggressioni tissutali. ANTYS 15, ANTYS Fe , ANTYS Ca, ANTYS K, ANTYS MgS fanno parte di questa linea e vengono utilizzati a seconda delle carenze riscontrate.
Per correggere rapidamente carenze di azoto e potassio c’è NUTRIKALI, biostimolante nutrizionale di origine 100% vegetale per rilanciare e accompagnare la crescita vegetativa nonché per favorire la fioritura.

 

La combinazione di questi prodotti con altri prodotti innovativi UMC permette una gestione in eco-compatibile (volendo anche 100% biologica) del tappeto erboso con risultati di qualità molto elevata e senza l’impiego di alcun prodotto fitofarmaco.

UMC formazione – approfondimenti per una gestione ecocompatibile del verde

Abbiamo organizzato una giornata formativa per i professionisti che vogliono approfondire le modalità per una gestione ecocompatibile del verde.programma giornata formativa 24 gennaio 2017

Per ragioni organizzative vi preghiamo di voler confermare la vostra partecipazione il prima possibile e al massimo entro il prossimo 22 Gennaio.
Tel. 0321-728654 – Fax 0321-728655 – e-mail: umc@unmaco.it

Qui trovate l’evento su Fb: https://www.facebook.com/events/1845570255654938/