

Nel corso degli ultimi anni le tecnologie legate alla realizzazione dei tappeti erbosi sportivi hanno compiuto progressi enormi. Le condizioni di gioco, soprattutto quelle del nostro paese, sono decisamente migliorate in tutti gli sport (calcio, rugby, golf su tutti), nonostante una maggiore intensità delle precipitazioni atmosferiche dovute al cambiamento climatico in atto.
In particolare l’adozione di tappeti sintetici e di tappeti ibridi permette di ampliare la frequenza d’uso dei campi sportivi senza per questo comprometterne più di tanto la giocabilità.
COM’E’ COSTRUITO IL TAPPETO ERBOSO NATURALE
Il tappeto erboso naturale presenta solitamente un substrato (meglio se U.S.G.A. System) costituito da rete drenante, strato di ghiaietto intermedio e top soil sabbia/organico. Alcuni tecnici italiani hanno in tempi più recenti introdotto l’uso di essenze macroterme (adattate a climi caldo – umidi) quali ad esempio la bermuda, anche oltre il 45° parallelo. Ciò ha permesso di ottenere tappeti erbosi di grandissima qualità e di forte resistenza al logorio.
COME SI COSTRUISCE UN TAPPETO ERBOSO SINTETICO
Il tappeto erboso sintetico è costituito da un cassonetto stratificato di materiali inerti (ghiaietti e sabbie) con drenaggio verticale oppure orizzontale (che richiede la stesura di un sottotappeto dotato di canaline orizzontali per il deflusso delle acque). Al di sopra viene steso un telo in polipropilene costituito in genere da fibre in monofilo monoestruso. Per l’intaso si usa solitamente sabbia silicea per la parte stabilizzante e in genere gomme granulate per la parte prestazionale.
COS’E’ IL TAPPETO IBRIDO
Un tappeto ibrido è un sistema di costruzione che associa la presenza di fibre plastiche (teli con filamenti verticali oppure solo filamenti verticali) all’erba naturale. Questa tecnologia permette di associare i medesimi benefici di un tappeto naturale ad una superiore capacità di utilizzo del manto erboso.
QUALE SCEGLIERE?
In merito alla scelta di quale tecnologia utilizzare (sintetica, naturale, ibrida) si parla spesso a sproposito senza individuare le motivazioni reali che dovrebbero spingere all’adozione di una tecnica piuttosto che di un’altra. Ogni soluzione infatti presenta pregi e difetti e occorre bene conoscerli per procedere ad una scelta oculata ed in linea con le reali necessità del committente.
In estrema sintesi è possibile mettere a confronto le virtù e le debolezze di queste tecnologie:
Tappeto erboso naturale
- Temperature alla superficie: medie 26 °C – massime 34 °C
- Assorbimento di agenti inquinanti attraverso l’apparato radicale: massimo
- Produzione di ossigeno a seguito attività metabolica: massimo
- Arricchimento della falda acquifera: massimo
- Regolazione termica della zona: massima
- Possibilità statistica di danni fisici agli utilizzatori (legamenti, stiramenti, distorsioni, ecc): ridotta
- Possibilità statistica di abrasioni: ridotta
- Possibilità statistica di infezioni da batteri dei giocatori: ridotta
- Possibilità statistica di contatti tossici (inalazioni, sfregamenti, esposizioni prolungate): quasi assente
- Performance di gioco (calcio/rugby): ottimali
- Costi costruzione: circa 77 €/m²
- Costi manutenzione: da 1 a 6 €/m²
Tappeto erboso sintetico
- Temperature alla superficie: medie 47 °C – massime 69 °C.
- Assorbimento di agenti inquinanti attraverso l’apparato radicale: nullo
- Produzione di ossigeno a seguito attività metabolica: nulla
- Arricchimento della falda acquifera: nullo
- Regolazione termica della zona: peggiorativa
- Possibilità statistica di danni fisici agli utilizzatori (legamenti, stiramenti, distorsioni, ecc): molto elevata
- Possibilità statistica di abrasioni: elevata
- Possibilità statistica di infezioni da batteri: elevata
- Possibilità statistica di contatti tossici (inalazioni, sfregamenti, esposizioni prolungate): elevata
- Performance di gioco (calcio/rugby): non ottimali
- Costi costruzione: circa 105 €/m²
- Costi manutenzione: da 2 a 5 €/m²
Tappeto erboso ibrido
- Temperature alla superficie tappeto: medie 26 °C – massime 34 °C
- Assorbimento di agenti inquinanti attraverso l’apparato radicale: massimo
- Produzione di ossigeno a seguito attività metabolica: media
- Arricchimento della falda acquifera: massimo
- Regolazione termica della zona: media
- Possibilità statistica di danni fisici (legamenti, stiramenti, distorsioni, ecc): ridotta
- Possibilità statistica di abrasioni: media
- Possibilità statistica di infezioni da batteri: ridotta
- Possibilità statistica di contatti tossici (inalazioni, sfregamenti, esposizioni prolungate): quasi assente
- Performance di gioco (calcio/rugby): ottimali
- Costi costruzione: circa 115 €/m²
- Costi manutenzione: da 1 a 6 €/m²
La comparazione delle caratteristiche delle varie tecnologie per l’impianto dei tappeti erbosi (Turf Research Center) di cui sopra, ci aiuta in realtà a capire che la scelta di una tecnica piuttosto che di un’altra dipende essenzialmente dalla priorità che viene data ai seguenti aspetti:
- salute e benessere dei praticanti lo sport,
- salute e benessere dell’ambiente circostante l’impianto,
- frequenza e intensità di pratica sportiva,
- costi di costruzione,
- costi di manutenzione.
E’ innegabile infatti che se lo scopo è quello di privilegiare la salute dei frutitori del campo da gioco nonché dell’ambiente circostante l’impianto, i tappeti naturali e quelli ibridi sono sicuramente quelli che offrono le migliori garanzie in ogni senso. Così come si fanno preferire ai tappeti sintetici per quanto riguarda le performance di gioco.
Circa i costi è indubbio che un tappeto ibrido comporti maggiori oneri rispetto ad un tappeto sintetico e superiori rispetto ad un tappeto naturale. Questo parametro però deve anche essere visto in funzione degli anni di ammortamento dell’impianto stesso. Per un manto sintetico, che subisce adeguata manutenzione, è buona regola prevedere un arco temporale di utilizzo massimo compreso tra i 6 e i 10 anni. Manti naturali possono avere la stessa finestra temporale, ma magari richiedere operazioni di manutenzione straordinaria quali inzollature parziali e/o totali. Manti ibridi permettono periodi di utilizzo più prolungati nel tempo (qundi anche ben oltre i 10 anni) sempre che siano messe in preventivo manutenzioni straordinarie.





