Le graminacee da tappeto erboso, essendo costituite tra il 75% e l’85% del loro peso totale in acqua, sono particolarmente sensibili alle variazioni idriche. È quindi evidente come una riduzione del contenuto idrico di circa il 10% può risultare quasi letale per tutte le specie. In questo articolo, forniremo indicazioni pratiche e approfondite per l’irrigazione del prato, rivolgendoci in particolare a giardinieri e professionisti del verde. Il nostro obiettivo è fornire le conoscenze necessarie per mantenere prati sani e rigogliosi anche nelle condizioni estive più difficili.
- 1. Mantenere la qualità del prato
- 2. Effetti dello stress idrico sul prato
- 3. Domande sull'irrigazione estiva del prato
- 4. Quando irrigare il prato in estate?
- 5. Quanto irrigare d'estate?
- 6. Come irrigare?
Sebbene alcuni tappeti erbosi possano tollerare una leggera diminuzione della qualità a causa dello stress idrico, è importante mantenere un’adeguata disponibilità di acqua per le superfici sportive e ornamentali di pregio. Queste aree richiedono alti standard estetici e di fruibilità, il che implica che il livello di idratazione del prato non debba mai essere limitante. Fortunatamente, ciò può essere ottenuto mediante l’uso del corretto metodo di irrigazione.
Un prato sottoposto a stress idrico presenta una serie di eventi fisiologici che ne compromettono gradualmente la qualità:
- Rallentamento della crescita delle foglie
- Aumento del rapporto di crescita tra radici e foglie. Lo stress idrico contenuto rallenta la crescita delle foglie e dei germogli, ma stimola in maniera disomogenea la crescita delle radici
- Adeguamento osmotico e chiusura degli stomi per ridurre la traspirazione
- Appassimento e accartocciamento delle foglie.
- Se la disidratazione diventa significativa, il prato può andare incontro a senescenza, disseccamento e infine alla morte.
L’irrigazione del tappeto erboso durante l’estate solleva tre domande principali: quando, quanto e come.
Di seguito, cercheremo di rispondere a queste domande per aiutarti a gestire correttamente l’irrigazione dei tappeti erbosi.
Nella gestione dell’irrigazione del tappeto erboso, è comune affidarsi a bagnature a calendario o metodi empirici. Alcuni segnali utili includono l’impronta sull’erba, che rimane visibile a lungo quando il prato è sotto stress idrico, poiché l’erba, priva di turgore, fatica a riposizionarsi verticalmente. Inoltre, le differenze di colore possono indicare lo stress idrico, con una riduzione della superficie fogliare e un aumento della concentrazione di clorofilla, che si traduce in un colore verde scuro.
Tuttavia, per un’irrigazione corretta, sarebbe ideale fare affidamento su metodi oggettivi basati su misurazioni scientifiche dello stato idrico del terreno, delle piante e del bilancio idrico complessivo.
Valutare lo stato idrico del terreno
Per valutare lo stato idrico del terreno, due costanti idrometriche sono cruciali: la capacità di campo (CC) e il punto di appassimento (PA). La capacità di campo rappresenta il livello di umidità ottimale del terreno per le piante, in cui l’acqua occupa i pori di dimensioni piccole e medie, mentre i pori più grandi consentono la circolazione dei gas. Il punto di appassimento, invece, indica un livello di umidità in cui l’acqua è trattenuta con forza tale da renderla inaccessibile per l’assorbimento da parte delle piante. La riserva d’acqua disponibile per le piante, chiamata Riserva Utile (RU), corrisponde alla differenza tra CC e PA.
Queste due costanti, che possono essere misurate con appositi strumenti, possono variare notevolmente a seconda del tipo di terreno e aumentano con alti contenuti di argilla. La Riserva Facilmente Utilizzabile (RFU), che rappresenta una frazione della Riserva Utile ed è la differenza tra CC e la soglia di inizio stress idrico, aiuta a determinare il momento in cui intervenire: per evitare situazioni stressanti per il prato, è necessario irrigare una volta che la RFU si è esaurita.
In alternativa, è possibile valutare lo stato di idratazione del prato considerando la velocità di accrescimento fogliare, il potenziale idrico fogliare, il grado di apertura degli stomi e la temperatura fogliare. Questi parametri sono correlati tra loro e forniscono una misura approssimativa dell’idratazione del tappeto.
Un altro approccio è l’uso del bilancio idrico, che confronta l’apporto idrico (precipitazioni, irrigazione e apporti da falda) con le perdite idriche (evaporazione, traspirazione, ruscellamento e drenaggio). Il momento di intervento viene determinato quando il deficit idrico calcolato nel bilancio corrisponde alla RFU (Riserva Facilmente Utilizzabile).
Valutare evaporazione e traspirazione e il loro impatto sul prato
Due aspetti fondamentali da considerare durante l’estate sono l’evaporazione e la traspirazione. Mentre l’evaporazione rappresenta una perdita netta di acqua, la traspirazione è un processo essenziale che consente all’erba di assorbire acqua e nutrienti, aprire gli stomi per l’assorbimento di anidride carbonica e raffreddare le foglie (l’acqua che evapora a livello stomatico assorbe calore). È interessante notare che solo l’1% dell’acqua assorbita viene utilizzata nei processi metabolici, mentre il resto viene traspirata attraverso gli stomi.
Il tasso di evapotraspirazione è influenzato da diversi fattori, tra cui la specie vegetale, la copertura del terreno, la radiazione solare, l’umidità relativa, la temperatura e la ventilazione.
Le specie macroterme mostrano un tasso di evapotraspirazione inferiore rispetto alle specie microterme. Ad esempio, per Cynodon dactylon, in condizioni di coltura ottimali, il tasso di evapotraspirazione massimo estivo è di 6-7 mm al giorno. Per Lolium perenne, il valore è compreso tra 8,5-10 mm al giorno, mentre per Poa pratensis e Festuca arundinacea supera i 10 mm al giorno.
Cynodon dactylon (Bermudagrass) beneficia di meccanismi di risparmio idrico a livello fogliare, come la resistenza stomatica e cuticolare (strati cerosi impermeabili), oltre a uno sviluppo significativo del sistema radicale per l’assorbimento dell’acqua e la capacità di sviluppare rizomi e stoloni. Al contrario, Festuca arundinacea, unica tra le microterme, compensa il suo elevato tasso di evapotraspirazione con uno sviluppo radicale più profondo.
In generale, le specie macroterme tendono a essere più resistenti al caldo e alla siccità rispetto alle specie microterme.
Durante l’estate, è fondamentale adottare una corretta strategia di irrigazione per preservare la salute e l’aspetto del prato. Ci sono alcuni fattori da considerare per determinare la quantità e il modo corretti di irrigare.
Scientificamente, il volume di adacquamento è la quantità d’acqua necessaria per riportare il terreno dalla sua umidità attuale alla capacità di campo (CC). Utilizzando il metodo del bilancio idrico, possiamo ipotizzare che per la pianura del nord Italia e per un tappeto erboso composto da Poa pratensis e Festuca arundinacea, con un terreno di medio impasto, sia necessaria una quantità d’acqua settimanale di circa 50 mm (1 mm equivale a 1 litro per metro quadrato) e un intervallo di irrigazione di 2-3 giorni. In questo modo, le irrigazioni saranno profonde, poco frequenti e adattate in base alla comparsa dei sintomi di stress idrico.
La parola chiave è limitare i consumi totali e ottimizzare la distribuzione, evitando carenze o eccessi di acqua. L’acqua è una risorsa preziosa e primaria, e pertanto deve essere gestita correttamente.
È fondamentale avere a disposizione risorse idriche di buona qualità, come acqua non inquinata, non salina e con un pH corretto. È altrettanto importante disporre di un sistema di irrigazione efficiente, dimensionato in modo da coprire l’intera superficie del prato con un’elevata omogeneità e sovrapposizione.
Un aspetto cruciale è irrigare nelle prime ore del mattino, preferibilmente prima delle 8:00, evitando di farlo la sera. In questo modo si riducono le perdite per evaporazione (che possono arrivare fino al 15% in pieno sole) e si evita che l’erba rimanga bagnata durante tutta la notte. Il terreno caldo e l’umidità ambientale rappresentano condizioni molto favorevoli allo sviluppo di malattie fungine estive. Irrigare di mattina consente al prato di dissipare parte del calore accumulato durante il giorno precedente, riducendo le differenze di temperatura con l’acqua d’irrigazione. Inoltre, l’irrigazione mattutina permette di rimuovere la rugiada notturna, evitando così la proliferazione di patogeni.
In alcune circostanze, è consigliabile effettuare una breve bagnatura, chiamata “syringing“, per abbassare la temperatura del tappeto erboso. Questa operazione dovrebbe essere eseguita circa 2 ore prima del picco di calore.
Molto favorevoli sono tutte le operazioni agronomiche tese a favorire l’infiltrazione dell’acqua e l’approfondimento dell’apparato radicale come:
- arieggiature e carotature
- concimazioni equilibrate
- corretta altezza e frequenza di taglio
- impiego di agenti umettanti
In conclusione, una corretta irrigazione durante l’estate è essenziale per mantenere un prato sano e vigoroso. Considerando i fattori specifici del terreno, delle piante e dell’ambiente, è possibile determinare la quantità d’acqua necessaria e adottare le giuste strategie di irrigazione.
Ricordate sempre di utilizzare risorse idriche di buona qualità e di gestire l’acqua in modo responsabile, evitando sprechi. L’irrigazione dovrebbe essere effettuata nelle prime ore del mattino per ridurre le perdite per evaporazione e prevenire problemi fungini. Sfruttate anche altre pratiche agronomiche, come l’aerazione del terreno e l’utilizzo di agenti umettanti, per ottimizzare l’efficacia dell’irrigazione.
Un tappeto erboso ben curato e sano è anche il risultato di una corretta gestione idrica.